Una collaborazione con la Lavazza per riprogettare le capsule da caffè ‘usa e getta’
Ogni anno a Capannori ne vengono consumate 750 mila e non sono riciclabili
RIPROGETTARE LE CAPSULE DA CAFFE’ ‘USA E GETTA’: IL ‘CENTRO RICERCA RIFIUTI ZERO’ DEL COMUNE DI CAPANNORI SCRIVE ALLA LAVAZZA
Cercando una collaborazione per risolvere il problema
Una collaborazione con la Lavazza per riprogettare le capsule da caffè ‘usa e getta’.
La chiede con una lettera aperta ad una delle più importanti aziende italiane del settore il ‘Centro Ricerca Rifiuti Zero’ del Comune di Capannori, che proprio su questa tipologia di rifiuto residuo, ha dato vita ad un ‘caso studio’, poiché dai vari sopralluoghi alla stazione di Salanetti, dove viene conferito il rifiuto non riciclabile, è emerso che uno degli scarti prevalenti è costituito proprio dalle capsule da caffè. Capsule che secondo quanto indicato ai consumatori vanno collocate nel contenitore del ‘residuo’, poiché realizzate in plastica parzialmente contaminata dalla residua polvere di caffè.
Secondo il ‘caso studio’ condotto da Luca Roggi e Marina Vidakovic del team operativo del Progetto ‘Passi concreti verso Rifiuti Zero’ coordinato da Rossano Ercolini, emerge che ogni anno in Italia si consuma 1 miliardo di capsule da caffè ‘usa e getta’ (il 10 % di quante ne vengono consumate nel mondo) e che a Capannori, ipotizzando che rientri nella media nazionale, ogni anno se ne consumano 750 mila, corrispondenti a 9 tonnellate di rifiuto indifferenziato.
Alla luce di questi dati il Centro di Ricerca Rifiuti Zero nella lettera aperta chiede quindi alla Lavazza “di aprire un percorso condiviso per un suo ‘ripensamento’ in grado di superare le criticità attualmente evidenziate dai sopralluoghi. Già nel corso di un seminario nazionale svoltosi a Capannori il 21 e 21 novembre è stato avanzato un ventaglio di alternative a cui cortesemente vorremmo coinvolgervi – prosegue il documento – considerando anche la necessità da parte dei produttori di avviarsi sempre più nella direzione di farsi carico dei propri prodotti dalla ‘culla alla tomba’. Una disponibilità vostra ad aprire un confronto costruttivo sarebbe di grande rilevanza, non solo per contribuire a risolvere una ‘criticità’ relativa ad una corretta gestione dei materiali di scarto, ma anche per avviare un processo positivo nella applicazione di una responsabilità estesa alle imprese legata a criteri di sostenibilità ambientale e di eticità”.
Tra le alternative all’attuale capsula da caffè usa e getta indicate nello studio del Centro Ricerca Rifiuti zero di Capannori ci sono le cialde biodegradabili (ci mettono 3-4 anni a degradarsi), oppure, le capsule ricaricaricabili o le cialde in carta che possono essere compostate.
Questo sarebbe un risparmio importante per l’ambiente, considerando che per realizzare un chilogrammo di capsule di caffè usa e getta occorrono 4 kg di acqua, 2 kg di petrolio e 22 Kw di energia elettrica.
Capannori, 3 gennaio 2011