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I No all’inceneritore di Firenze. L’associazione Rifiuti Zero Firenze

RZFAccanto alla storica esperienza del Coordinamento dei comitati della Piana, a Firenze è nata anche un’associazione Rifiuti Zero di denominazione. In costante collaborazione, le due realtà si interfacciano agendo sul territorio. L’associazione Rifiuti Zero Firenze, oltre alle azioni relative alla lotta all’inceneritore, si occupa anche di altre problematiche del fiorentino, in particolare quella dell’educazione ambientale.

Nascita
L’associazione Rifiuti Zero Firenze è nata formalmente nel 2013, organizzando come evento lancio l’incontro “Da San Francisco a Firenze: in cammino verso Rifiuti Zero”. Ospite d’onore il dott. Jack Macy, responsabile della gestione dei rifiuti presso la municipalità di San Francisco. Oltre a lui hanno partecipato l’ex vicepresidente della Commissione Ambiente del Comune di Firenze Ornella De Zordo, Antonio Di Giovanni (l’attuale presidente di Rifiuti Zero Firenze), i rappresentati dei comitati per il no all’inceneritore – fra i quali l’avvocato Claudio Tamburini e il medico Gianluca Garetti -, oltre che all’ex sindaco di Greve in Chianti Alberto Bencistà. Insieme a Jack Macy e Rossano Ercolini la discussione si sviluppata riguardo la proposta di applicare la strategia Rifiuti Zero a Firenze e le sue possibili modalità di sviluppo sul territorio.
Come per il Coordinamento dei comitati della Piana, anche per Rifiuti Zero Firenze la causa scatenante che ha portato alla sua costituzione è l’avvio del progetto dell’impianto di incenerimento nei pressi della discarica di Casa Passerini.
“Questa città veniva chiamata ‘culla del Rinascimento’, adesso è al 40% di raccolta differenziata – e c’è pure qualcuno che se ne vanta -, e se vai in giro per i vicoli del centro storico ci sono ancora file di cassonetti blu per la raccolta ”, mi spiega Antonio. “In ogni caso non vogliamo essere la solita protesta del ‘No’”, continua, “ma cerchiamo di condurre una battaglia basata sulla presentazione di esempi positivi, promuovendo concretamente le buone pratiche relative ad una corretta gestione dei rifiuti”.
Sebbene l’associazione sia agli esordi, conta un piccolo ma valido gruppo di giovani attivisti, che insieme si concentrano nella promozione di azioni che mostrino alternative all’incenerimento. In particolare si stanno focalizzando sull’educazione delle giovani generazioni, poiché, come sempre mi fa notare il presidente dell’associazione, “quello che stiamo facendo non è solo una lotta all’inceneritore, ma per il cambiamento di paradigma culturale, che deve partire da un’educazione alla sostenibilità anche nelle scuole”.

Relatori all'evento "Da San Francisco a Firenze", 6 ottobre 2013

Relatori all’evento “Da San Francisco a Firenze”, 6 ottobre 2013


Azioni
L’associazione sta collaborando a stretto contatto con il Coordinamento dei comitati della Piana e altre realtà della Piana fiorentina. L’ultima azione in cui sono state unite le forze, è stato il ricorso al TAR riguardo alla valutazione di impatto ambientale di Casa Passerini.
A giugno, è stata organizzata la “Pedalata per la sostenibilità”, in occasione del passaggio del biker Danilo nel territorio fiorentino, durante il Giro d’Italia della buone pratiche di Rifiuti Zero. Anche in quell’occasione la dimensione propositiva ha guidato l’evento, che ha visto partecipare un centinaio di persone (80 da Firenze città, 20 dal comune di Sesto Fiorentino) di tutte le età. Il focus della Pedalata, non era solo dire No all’inceneritore, ma anche far visitare alla cittadinanza partecipante l’oasi del WWF Stagni di Focognano, zona che verrà seriamente minacciata dalla costruzione dell’impianto.
Antonio aggiunge: “Grazie anche all’aiuto di Carlo Scoccianti, responsabile dell’Oasi di Focognano, abbiamo potuto conoscere meglio il progetto di riconversione ecologica dell’intera area”. Così facendo abbiamo contrapposto contrapporre un’immagine positiva – cioè la bellezza naturale di un’oasi WWF -, rispetto ad una negativa – l’inceneritore che minaccia di distruggere questo bellissimo ecosistema -”.
PEDA
Ma il progetto di punta che concentrerà la maggior parte delle forze dell’associazione nei prossimi tempi è quello della “Scuola a Rifiuti Zero”. In seguito ad un periodo di sensibilizzazione riguardo alle tematiche della strategia negli istituti superiori di Firenze – che ha visto grande partecipazione, con assemblee studentesche anche di 600 alunni -, una scuola superiore ha mostrato interesse nell’avviare il progetto “Scuola Rifiuti Zero”. Questa iniziativa, che coinvolgerà oltre agli alunni anche tutto il personale ATA, si focalizza nell’avvio di buone pratiche che portino la scuola a creare un sistema sostenibile a livello di gestione dei rifiuti. Si tratta quindi di andare a migliorare anche la stessa amministrazione della scuola, evitando sprechi e usa e getta, contribuendo così al miglioramento delle condizioni generali di vita all’interno dell’istituto. Inoltre, come mi spiega Antonio, “questo progetto mira a divenire autosufficiente. Ciò significa che l’istituto non solo risparmierà sulla tassa dei rifiuti, ma guadagnerà anche dalla vendita dei materiali differenziati al suo interno”, creando così un sistema di differenziazione alla fonte. Tale progetto è stato inserito nel Piano dell’Offerta Formativa (POF), rendendo “istituzionalizzata” la relazione di collaborazione tra un’azione Rifiuti Zero portata avanti da zerowasters – quindi dal basso, bottom – e un’istituzione statale – nella fattispecie della scuola, up -. L’esempio di questo progetto pilota crea un nuovo sbocco collaborativo tra attivisti e istituzione, con l’obiettivo comune della sostenibilità. Composto da vari “sottoprogetti”, che mirano all’applicazione delle varie buone pratiche necessarie per la messa appunto di un sistema Rifiuti Zero – in una municipalità, come in una scuola, tanto sempre di comunità civile si parla -, “Scuola a Rifiuti Zero” prevede un’azione relativa al compostaggio – che si ispirerà all’iniziativa già attuata a Capannori, “Orto in Condotta” -, alla diminuzione dei rifiuti – quindi l’eliminazione dell’usa e getta -, alla differenziazione della carta – che prenderà spunto dal progetto “Raccatta la Carta” sempre messa appunto in alcuni istituti di Capannori – e degli altri materiali riciclabili, che poi saranno venduti direttamente alle aziende che si occuperanno della loro lavorazione.
Per sottolineare l’importanza culturale di queste forme di empowerment educazionale a forte impatto, Antonio mi dice che “questi ragazzi un giorno potranno diventare architetti, ingegneri, progettisti e quant’altro. Non solo saranno la società del domani, ma la costruiranno. Ecco perchè progetti come questo, che mirano alla creazione di una coscienza critica e alla sostenibilità, sono importanti: perchè non ci siano generazioni ignoranti, che continueranno a bruciare e seppellire”.

Concludendo, l’associazione Rifiuti Zero Firenze, appena nata, è situata in una situazione di on going. Le energie, le idee e i progetti sono molti, e il suo specializzarsi nel discorso educativo e di formazione è un tratto della filosofia generale Rifiuti Zero che viene qui messa in pratica nel locale.