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Le origini di Rifiuti Zero. Le Tre Stalingrado – Parma

Le origini di Rifiuti Zero. Le Tre Stalingrado – Parma

Parma, si sa, è nel cuore della Food Valley: Parmigiano, Prosciutto Crudo, la stessa Barilla ha terreni ed impianti qui. La città è a misura d’uomo, graziosa e pulita, un bel posto dove vivere. E ci sono persone che si impegnano perchè rimanga tale. L’Associazione Gestione Corretta dei Rifiuti e delle Risorse (AGCR) è un gruppo di cittadini, ritrovatisi attivisti, che lotta contro l’inceneritore portando avanti Rifiuti Zero come alternativa per una corretta gestione dei rifiuti. Si muovono soprattutto sul piano culturale, come tengono a sottolineare, organizzando incontri con esperti – molti internazionali -, e con le scuole. Le loro manifestazioni sono fiaccolate silenziose, “perchè ciò per cui protestiamo è grave e non ha bisogno di slogan”. Nonostante l’accensione dell’inceneritore nel 2013, gli attivisti parmigiani capirono di aver però vinto la “battaglia culturale”: la popolazione sapeva, era cosciente di ciò che stava accadendo. E questo ha dato loro la forza di continuare la battaglia, ora finalizzata alla chiusura dell’inceneritore.

Il No all’inceneritore di Parma
Incontro Aldo ed Emanuela, due attivisti dell’associazione, alla grande manifestazione di Torino No Inceneritore del 2 luglio 2013. Li rincorro addirittura in un parcheggio, visto che dopo il loro intervento se ne sarebbero dovuti andare velocemente, chiedendo i contatti. Alcuni mesi dopo sarei stata a Parma al Hotel Savoy – di cui Aldo è il titolare – a parlare con loro della situazione. Emanuela è consigliere del comitato, mentre Aldo è vicepresidente, ed usa il suo talento di giornalista per scrivere di media tre comunicati stampa al giorno, tenendo aggiornato il sito.
Il primo nucleo dell’AGCR è nato nel 2006, quando si iniziò a parlare dell’inceneritore. A costituirlo erano attivisti già reduci dalla battaglia contro un impianto a turbogas, “ma erano solo in quattro, contro i media e l’amministrazione dell’epoca che sembrava volerlo a tutti i costi”, dice Emanuela. Come poi mi racconterà Francesco, un altro attivista e “sponsor” delle azioni dell’AGCR, il movimento rinacque in seguito all’ottima riuscita di un incontro fra cittadinanza e amministrazione sulla questione inceneritore (2 aprile del 2009), dove l’AGCR poté far luce pubblicamente su diverse problematiche che l’accensione di un impianto simile avrebbe portato alla città e dintorni. Con l’aumento di attivisti impegnati nella lotta, i successivi due anni furono densi di eventi – come l’organizzazione di Flash mob in città e a Cibus, nel 2010 – ed azioni anche giudiziarie – come la presentazione di esposti alla Magistratura di Parma -, tanto che il “nucleo” del comitato era in contatto via skype quotidianamente, “ignorando lavoro e famiglie, abbiamo però fatto qualcosa di incredibile, creato cultura tra la popolazione”, citando ancora le parole di Francesco.
La battaglia culturale
“L’obiettivo principale è stato quello di una campagna massiccia di informazione alla popolazione sul tema dell’inceneritore”, mi spiega Emanuela. “Avevamo contro i media che sostenevano limpidamente l’amministrazione. Quindi abbiamo pensato che l’unico modo potente per farci ascoltare era chiamare alcuni fra i massimi esperti sulla questione, come Paul Connett, Jack Macy, Rossano Ercolini, Enzo Favoino. Abbiamo fatto anche una serata di grande impatto di medici, con la professoressa Gentilini. Loro hanno dichiarato pubblicamente che l’inceneritore è dannoso alla salute”. Gli eventi sono solitamente organizzati all’auditorium Paganini, la struttura più grande di Parma. “Quasi 800 posti ed era sempre pieno”, commenta Aldo.

Le serate informative dell'AGCR sono state spesso molto partecipate

Le serate informative dell’AGCR sono state spesso molto partecipate


“Il camino è acceso, ma abbiamo vinto la battaglia culturale”, spiega Aldo, “perchè la popolazione sa cosa sta succedendo ed è consapevole di che cosa significhi avere un inceneritore alle porte della città. Il problema è che siamo arrivati tardi. Il progetto era già in auge quando l’amministrazione è cambiata, ed ogni ricorso è stato vano”.
Come già menzionato, avere una cittadinanza informata, consapevole ed educata riguardo il contesto in cui vive è un elemento fondamentale del processo di empowerment sociale. Significa anche avere una cittadinanza attiva, che può percepire il significato di ogni azione compiuta sul territorio. Incontri pubblici, progetti di educazione ambientale nelle scuole, assemblee scolastiche sul tema…anche le manifestazioni in piazza erano a scopo non solo informativo, ma anche educativo. La verve che gli attivisti parmigiani hanno messo in questa missione è poi stata premiata.
L’attenzione alla salute
Come in tutti i contesti in cui si lotta contro un inceneritore, l’informazione e di conseguenza la formazione/educazione della cittadinanza va di pari passo con il tema della salute. L’attuale presidente dell’AGCR, il dottor Guerra, è anche medico dell’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente). Incontrandolo nel suo studio in città, Guerra mi dice che nel 2010, diversi medici sottoscrissero un appello sotto forma di lettera che chiedeva l’immediata sospensione dell’inceneritore, azione che fu chiamata “I medici chiamano Parma”. Come mi spiegherà poi anche Angelo, un altro attivista e biologo che si è occupato delle analisi sul latte materno, uova e carne di pollo, “i livelli di diossina su prelievi presi in zone dell’Appennino parmense non sono differenti da quelli rilevati nelle terre vicino l’inceneritore. E pensare che i terreni dell’Appennino non dovrebbero essere inquinati”. La conclusione di entrambi è la medesima: essendo in piena Pianura Padana, dove l’inquinamento è di per sé alto, fare un inceneritore è “pura follia”: non solo perchè Parma è nella Food Valley, ma anche per un semplice fatto di “overdose” di inquinamento sulle popolazioni umane e animali. Inoltre, come mi fa notare il dottor Guerra, la Asl si è occupata di monitorare il livello di diossina presente nei terreni vicino l’inceneritore, tramite l’analisi di sangue e urina della popolazione nell’area parmense, per vedere se i marcatori specifici legati alle diossine aumentano e come incidono a breve termine.

Il muro di gomma
Spesso gli zerowasters in Italia parlano del proverbiale “muro di gomma”, ossia le autorità – urban regime – con cui si scontrano nella battaglia contro l’opera sgradita, nella fattispecie di amministrazioni locali, gruppo di industriali, azienda locale per la gestione dei rifiuti e via dicendo. Oltre a queste “classiche” opposizioni, a Parma si sono dovuti confrontare anche con la diocesi. “L’altro muro contro cui abbiamo sbattuto è la chiesa di Parma”, spiega Aldo, “è stato il primo ente che ha venduto i terreni per costruire l’inceneritore. Fa strano perchè loro dovrebbero salvaguardare il creato, come scrivono i sacri libri”. Emanuela sottolinea il fatto che il vescovo, all’omelia, ha detto che l’inceneritore “non fa male”, rispondendo a quello che scrisse Grillo sul suo blog a proposito della Food Valley.
A sentire menzionare tante volte la Food Valley, una domanda mi è sorta spontanea. E i produttori? Mi viene detto che non hanno mai preso una posizione precisa, nonostante le continue sollecitazioni dell’AGCR. Negli anni, gli attivisti dell’associazione hanno incontrato il presidente della Parmigiano Reggiano, per parlare dei danni che la diossina può causare ai loro prodotti. Hanno fatto anche incontri con la Coldiretti, incontrato il vicedirettore della Procura di Parma, ma non sono mai seguite azioni in merito. La risposta che gli attivisti si sono dati, è che l’ignoranza sulla questione inceneritore – basti pensare al gruppo di industriali locali, ancora ancorati alla vecchia idea che l’innovazione tecnologica sta nell’incenerimento -, unita al grande giro di interessi economici che sta dietro l’impianto hanno creato questa situazione.
Dal punto di vista politico, vi è stata una svolta d’intesa con l’elezione a sindaco di Pizzarotti – fra l’altro, l’amministrazione precedente è stata indagata per reati penali relativi alla costruzione dell’inceneritore -. Infatti, l’attuale sindaco 5 Stelle ha basato la sua campagna elettorale sulla chiusura dell’impianto e sulla raccolta differenziata porta a porta, supportata da un sistema di tariffazione puntuale. In tutto ciò ha avuto grande appoggio da parte dell’AGCR sia durante campagna elettorale che attualmente, poiché, come dicono gli attivisti stessi, “c’è ancora da rimboccarsi le maniche”.

La fiaccolata "silenziosa" per il No all'inceneritore per le strade del centro

La fiaccolata “silenziosa” per il No all’inceneritore per le strade del centro


Un italiano in California. Le relazioni dell’AGCR nazionali ed oltreoceano
Facciamo una parentesi, tanto per introdurre il tema delle relazioni del gruppo di Parma con il panorama nazionale ed internazionale.
Francesco, il farmacista, lo “sponsor”, l’attivista “freelance” dell’AGCR, dopo esser stato a Capannori ad un convegno su Rifiuti Zero, – dove aveva conosciuto Rossano Ercolini e Paul Connett -, andò al meeting internazionale di Zero Waste a Napoli (2009), l’evento “green” dell’anno. Lì conobbe alcuni esperti della municipalità di San Francisco, nonché Victor – il videomaker americano che all’epoca stava lavorando al documentario “Sporchi da morire” – e Tania, della municipalità di Berckley. Rimasto impressionato dalla semplicità della strategia, decise che sarebbe andato a San Francisco, del tutto intenzionato ad ottenere un’intervista con il sindaco della città di fronte alla sua inseparabile telecamerina – parole sue – .
SPORCHI DA MORIRE
Riesce a partire insieme a Victor, ma per Berckley, dove Tania gli aveva organizzato una serie di incontri con attivisti, dirigenti di centri di smistamento rifiuti, di riuso e recupero. Ma si sa, da cosa nasce cosa e, il penultimo giorno prima della partenza, a Francesco si presenta la possibilità di incontrare alcuni funzionari del dipartimento ambientale della municipalità di San Francisco. Per organizzare qualcosa con il sindaco era ormai tardi, ma proprio durante i saluti viene fuori l’idea: una lettera. Una lettera dal sindaco di San Francisco al sindaco di Parma (il precedente a Pizzarotti) circa la questione dell’inceneritore. Con una storia un poco rocambolesca, la lettera è arrivata a mesi di distanza, proprio il giorno in cui l’AGCR aveva programmato una serata con Paul Connett. Questo sottolinea l’interesse del gruppo ad avere contatti diretti con la sfera internazionale relativa a Zero Waste, incidendo nell’azione locale-globale del gruppo.
Quanto a relazioni con altri gruppi, come già accennato l’AGCR è stato per anni in un contatto proficuo di supporto reciproco con Torino e Firenze. Con Torino, in particolare, si sono intessuti anche legami di ordine teorico e scientifico tra medici ISDE (il dottor Guerra per l’AGCR e la dottoressa Memore per il Coordinamento torinese). Alcuni referenti del gruppo hanno anche partecipato anche al Tavolo della regione Emilia Romagna per la riforma della legge regionale della gestione dei rifiuti.
Al di là di Rifiuti Zero, l’AGCR è anche in contatto con altri elementi di eccellenza in campo ambientalista italiano, come il comune di Ponte alle Alpi dei Comuni Ricloni. Questi, come i contatti con San Francisco – nei panni di Jack Macy, in particolare – , “permettono al gruppo di avere conoscenza e apertura utili alla loro lotta”, sottolinea Aldo. Canalizzare le conoscenze, le scoperte, le esperienze, le informazioni in una rete comune, che per certi aspetti coincide con quella Zero Waste, è stato fondamentale per l’esistenza del gruppo e la riuscita nella battaglia culturale. In questo senso, l’expertise creatasi nel tempo all’interno del gruppo e condivisa in rete, rappresentano un elemento forte nelle azioni dell’AGCR che ha in parte contribuito nella costruzione di una conoscenza condivisa.

Perchè Rifiuti Zero?
I primi contatti contatti diretti con esperti del movimento Rifiuti Zero, come Ercolini, Favoino, Macy e Connett, hanno permesso all’AGCR di organizzare serate di informazione alla cittadinanza e giornate nelle scuole: infatti, come sottolinea Guerra, “ci siamo sempre identificati in un movimento positivo e propositivo, abbiamo trovato in Rifiuti Zero una strategia da portare avanti”.
“Noi vogliamo una cosa in particolare”, dice Emanuela “offrire alternative concrete, non solo un NO. E queste sono Rifiuti Zero. Non è un’utopia. Ci crediamo in quanto è un modello di vita diverso, necessario con i tempi che corrono”. Rifiuti Zero dall’AGCR viene vista non solo come una soluzione per la gestione dei rifiuti e la salvaguardia della salute, ma soprattutto come un’azione economica e una filosofia di vita.
In fine, come conclude il dottor Guerra, non si parla solo dell’impegno e della volontà dei cittadini, ma Rifiuti Zero va a chiedere assunzioni di responsabilità anche alla politica e, soprattutto, all’industria.
Vengono così messi in chiaro le tre responsabilità che fanno funzionare al meglio Rifiuti Zero: la responsabilità civile – l’azione dei cittadini nel quotidiano delle loro case -, la responsabilità delle leadership politiche – che devono organizzare dal punto di vista territoriale le azioni della strategia al meglio – , e quella industriale – ogni industria e attività commerciale deve seguire le pratiche della strategia e adattare la propria organizzazione a queste, collaborando con le amministrazioni in questo senso – . Questi tre elementi, altro non sono che i fattori che compongono una società civile.

La situazione attuale

Attualmente, con l’inceneritore operante al solo 40% – ma pur sempre acceso -, l’AGCR e l’amministrazione stanno ancora lottando per una chiusura definitiva. Il centro storico di Parma è stato organizzato in un sistema di raccolta differenziata e l’anno prossimo sarà introdotta la tariffazione puntuale. Intanto, il porta a porta ha raggiunto tutti i quartieri cittadini. Ad occuparsi della gestione dei rifiuti è IREN: nonostante le sue implicazioni con la costruzione dell’inceneritore – e le tre denunce legale intentate negli anni nei confronti dell’AGCR -, sta conducendo bene il nuovo sistema in città.

Incontro alla Feltrinelli, per la presentazione del libro "Non bruciamo il futuro", luglio 2014

Incontro alla Feltrinelli, per la presentazione del libro “Non bruciamo il futuro”, luglio 2014


Un’apertura sembra esserci stata anche con il gruppo dei grandi produttori: lo scorso luglio, infatti, una delegazione di attivisti dell’AGCR insieme ad Ercolini ha incontrato Barilla nella sua sede nazionale, nel cuore della Food Valley. L’annuncio di tale incontro, in anteprima, è stato fatto durante l’evento di presentazione del libro “Non bruciamo il Futuro” di Ercolini, organizzato dall’AGCR alla Feltrinelli del centro storico. All’evento hanno anche partecipato il sindaco Pizzarotti, l’assessore all’ambiente e il direttore di Teleducato (emittente locale) Ferraguti: insieme, hanno instaurato una discussione densa ed interessante circa l’andamento della strategia Rifiuti Zero in città alla quale hanno partecipato attivamente anche i numerosi cittadini presenti.
Sembra che a Parma, nonostante l’accensione dell’inceneritore, le energie degli attivisti non siano esaurite: con una popolazione attiva ed empowered dal punto di vista culturale su questioni ambientali e nuove aperture di collaborazione con realtà prima indifferenti o deliberatamente contro l’azione dell’AGCR, la lotta è ancora vivacemente aperta.