Lettera al Parlamento Europeo: coerenza e buon esempio, sulle mascherine monouso
Al Presidente del Parlamento europeo, Sig. David Sassoli
Al Segretario generale del Parlamento europeo, Sig. Klaus Welle
RE: obbligo di indossare mascherine mediche negli edifici del Parlamento europeo
Caro signor Presidente, caro signor Segretario generale,
Apprezziamo che la vostra istituzione stia prendendo sul serio la lotta contro il virus COVID-19.
Siamo tuttavia preoccupati per una delle recenti misure che il Parlamento Europeo sta attuando in nome della sicurezza – l’obbligo di utilizzare mascherine mediche usa e getta all’interno dei vostri locali.
La vostra decisione non produrrà solo molti sprechi inutili, in contrasto agli obiettivi ambientali affermati dal Parlamento stesso,
ma queste maschere potrebbero anche non fornire quel livello massimo di sicurezza che state cercando.
Secondo il vostro provvedimento, ai membri del Parlamento europeo (MEPS) ed al personale del PE, viene richiesto di utilizzare mascherinee facciali mediche usa e getta o maschere FFP2 usa e getta, che presumibilmente seguono gli standard di sicurezza ed i requisiti di traspirabilità.
Tuttavia, oltre agli inutili 12.000 kg/anno* di rifiuti non-riciclabili che stimiamo che questa misura produrrà, ci sono ulteriori evidenti problemi che vorremmo sottolineare.
In che modo il Parlamento Europeo verificherà la conformità degli standard? Attualmente ci sono in Europa un buon numero di scandali intorno alle mascherine mediche ed alle mascherine FFP2, maschere che vengono spesso prodotte fuori dall’Europa nel mancato rispetto dei necessari standard di sicurezza.
Ad esempio, in Italia si stima che una maschera su dieci non soddisfa gli standard di certificazione richiesti.
Riteniamo che l’approccio che il PE sta adottando con questa misura contraddica le politiche che avete approvato a maggioranza schiacciante.
Il 10 febbraio il Parlamento europeo, con 574 voti a favore, ha chiesto alla Commissione di garantire che “i prodotti immessi sul mercato UE funzionino bene, siano durevoli, riutilizzabili, facilmente riparati, non tossici e che possano essere aggiornati e riciclati”
**Al contrario, state proponendo una soluzione che promuove il non rintracciabile, l’sa e getta ed il tossico, mascherine non riciclabili per combattere la pandemia, utilizzando una logica monouso che è quella che ha messo i nostri ecosistemi e la biodiversità a rischio ed indirettamente, ha portato alla crisi sanitaria in corso.
Crediamo che questo mostri uno scarso impegno per le vostre politiche ed un cattivo esempio per la società.
Signor Presidente e Segretario generale, il sistema che state implementando resta lontano dalle soluzioni sostenibili che forniscono la sicurezza adeguata pur garantendo la circolarità. L’uno non deve escludere l’altro.
Una soluzione alternativa che potreste mettere in moto e che servirebbe da modello per altri enti in Europa – sarebbe quello di utilizzare la mascherina IIR certificata, testata, non tossica e riutilizzabile made in Europe, maschere con un sistema di tracciabilità completo e standard di sicurezza verificato.
Ciò consentirebbe al Parlamento Europeo di assicurarsi che tutte le mascherine nei locali rispettino i più elevati standard di sicurezza, progettando l’eliminazione dei rifiuti
fin dall’inizio e sostenendo l’economia locale.
Quando si tratta di preoccupazioni circa la sicurezza e l’ambiente preoccupazioni, questo è più circolare del sistema lineare che state implementando.
Questi sistemi di fabbricazione Europea esistono, sono completamente funzionali e sono stati adottati dalle aziende con migliaia di dipendenti che seguono i principi dell’Economia Circolare che la vostra istituzione sostiene e promuove.
Se sarete interessati, saremo lieti di presentarvi questi sistemi.
Riteniamo che i sistemi circolari di mascherine riutilizzabili siano il modo migliore per il Parlamento Europeo per parlare delle sue politiche e mostrare la via da seguire a milioni di cittadini dell’UE e oltre.
Cordiali saluti
Rossano Ercolini, Presidente di Zero Waste Europe
Joan Marc Simon, Direttore di Zero Waste Europe
*Ipotizzando 3000 persone che lavorano 220 giorni / anno
** Parlamento europeo, 2020/2077 (INI), Nuovo piano d’azione per l’economia circolare